- IL "CRISTO" VELATO -
- Rivelare -
rivelare (ant. revelare ) v. tr. [dal lat. revelare
«togliere il velo», der. di velum «velo» col pref. re -] ( io rivélo ,
ecc.). –
Far conoscere cosa segreta o misteriosa o nascosta o non bene
conosciuta.
Il manifestarsi, farsi conoscere nella propria
identità o personalità, essenza o natura, nel proprio potere;
detto soprattutto della divinità: Dio si rivela
attraverso i profeti ;
rivelarsi mediante una visione , attraverso i miracoli
, attraverso la parola (v. rivelazione).
Manifestare, palesare, mostrare con chiara evidenza
- SATANAS - IL DIO VELATO -
-
ISIDE ANDROGINA - NOSTRA SIGNORA DEI TEMPLARI -
Nel sottosuolo della città di Napoli
sono stati rinvenuti 12 croci incise sulle
mura di un antico acquedotto a 35 metri
sotto il manto stradale.
La scoperta è stata fatta dagli
archeologi-speleologi riguardo l'Ordine
dei Templari.
Dov'è sepolta la città greca e poi
romana si snoda un percorso stretto e tortuoso che parte dalla chiesa di
Pietrasanta fino al
Palazzo del Principe
di Sansevero.
La chiesa di
Pietrasanta è edificata su resti di un tempio greco prima e
romano poi che conteneva la
la madonna nera
adorata dai Templari: Iside
Triplice.
"IO SONO TUTTO CIO' CHE E', CHE E' STATO
E CHE SARA', E
NESSUN MORTALE M'HA ANCORA TOLTO IL VELO
CHE MI COPRE"
- Isis velata -
Sotto: ISIS
velata, la sfinge, il BAPHOMET:
Non tutti sanno che la zona sulla quale
sorge il tempio della Pietà dei Sangro;
faceva parte del quartiere nilense,
abitato dagli Alessandrini d'Egitto, dove, nel tempio,
si venerava la statua velata di Iside Lucifera androgina.
Il nome antico della Cappella era Pietatella, derivante
dalla "madonna della pietà".
Questo tempio
pagano era ed è ancora dedicato
alla regina dei
cieli venerata da milioni di idolatri.
Nella simbologia ermetica la virgo
paritura veniva onorata e adorata nelle grotte, nelle cripte
gotiche come i Basilischi,
“ISIDI, SEU VIRGINI EX QUA FILIUS
PRODITURUS EST”
Da Pietrasanta sita in via dei Tribunali
si percorrono cunicoli e cavità fino a raggiungere l'antica cisterna a
35 metri di profondità.
Sulle pareti sono incise
12 croci templari, chiamate "ricrociate" o "potenziate" perchè
hanno delle altre croci alle estremità.
Il percorso giunge fino ai sotteranei
del Palazzo del principe Sansevero.
Raimondo
aveva previsto una cripta ovale imitante una grotta naturale,
necessaria per la meditazione degli
apprendisti e poggiante su terra battuta, senza pavimentazione,
per non impedire quelle vibrazioni
naturali provenienti dal luogo Isiaco
sottostante.
La cripta era sorretta da otto pilastri
(numero fondamentale della
ritualità templare che si ripete spesso nell'armonia numerica
della cappella stessa)
che dovevano definire il posto delle
sepolture degli avi intorno al mistero magistrale:
"IL CRISTO VELATO"
- IL "CRISTO" VELATO DELLA CAPPELLA SANSEVERO -
Solo gli stolti possono credere
che il presunto "cristo" velato della cappella Sansevero di Napoli intenda
rappresentare il Signore Dio Gesù Cristo.
Questa figura velata indica invece
il rebis androgino,
il devs absconditvs della massoneria
e delle società occulte.
Nel Rosarium
Philosophorum è proprio "l'immagine
del Cristo", il triplice, il
dio-sole
con lo stendardo dei Cavalieri Templari
che "risorge" avvolto nel manto, a concludere la "grande
opera alchemiva".
"Non è forse la natura stessa a
insegnarci che è
indecoroso per l'uomo lasciarsi
crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli
crescere?"
- (1 Cor 11,14) -
Il Deus
absconditus si trova alla base
dell'insegnamento
del 32º
Grado del Rito Scozzese Antico e Accettato,
il "diamante perfetto".
Il viso sereno, come "dormiente" di
questo "cristo" appare certamente "angelico",
incantevole e
sublime nella sua bellezza fuori dal tempo
e nelle sue proporzioni.
Abbiamo questo
"magnifico viso" scolpito dentro di noi, saturati come siamo dalle immagini.
Sotto:
Knight Templar- Rivista massonica - Febbraio 2011:
Il mondo ha tristemente puntato tutto
sulle apparenze dimenticando che Satana è
il padre della
menzogna e il re delle apparenze bugiarde.
L'immagine
del "cristo velato"
è decisamente molto vicina all'icona
venerata da milioni di persone idolatre,
la cosiddetta "divine
mercy".
L'Immagine del
presunto "cristo velato" conservato
a Napoli è poi molto simile a quella della
Maitreya.
Sotto: un paragone tra
il "cristo velato" di Sansevero e
l'immagine della divine mercy:
- LA
PIETRIFICAZIONE - MARMORIZZAZIONE -
- SOLVE ET COAGULA
La "scultura" del "cristo
velato" si trova nella cappella massonica
del Principe Raimondo Di Sangro.
Questo manufatto è una delle "opere
d'arte" più celebfrate al mondo e ha generato un fiume di denaro.
Questo oggetto in realtà non mostra,
come si vorrebbe far credere, una "sublime
abilità tecnica" ma un
VOLGARE INGANNO.
L'inganno consiste nel
celebrare questo oggetto come "scultura in marmo".
L'artista nfatti non ha realizzato il
velo incidendolo da un solido blocco di marmo ma ha invece deposto un
velo impregnato di
sostanze marmorizzanti sopra il soggetto
scolpito.
Lo dico con grande sicurezza perché io
stesso avevo tentato con discreto successo simili esperimenti,
ero infatti uno scultore e mi ero
specializzato in tecniche marmoriche
anche se a quei tempi non
conoscevo ancora il "cristo velato" della
cappella Sansevero.
Sotto: ESEMPIO di scultura da me
realizzata con la tecnica della marmorizzazione:
Tessuto, libri e scultura si presentano
come un unico, solido, blocco di marmo.
Il velo che copre la figura, pur essendo
UN VERO TESSUTO ha la durezza e la solidità della pietra,
anche i libri (veri) sono stati
completamente MARMORIZZATI.
(copyright Marco Vuyet)
Sento di poter parlare di queste cose
perché le conosco. Non vi sono grandi "misteri",
il procedimento (un tempo chiamato
"alchemico") è oggi una banale operazione tecnica
se si conoscono i materiali (resine,
polveri di marmo, calcine...).
Si prende un soggetto solido (oggetto,
scultura, corpo inanimato, cadavere pietrificato...)
si impregna un tessuto leggero e lo si
depone sopra di esso.
La "marmorina" (utilizzo questo termine
per semplificare e far comprendere al lettore
ma i materiali chimici e le
tecniche possono essere diverse...)
presente sul telo,
solidificando diventerà un tutt'uno con il soggetto, mostrandoci
dunque un velo sottilissimo di marmo che,
ad occhi poco esperti, sembrerà essere
stato scolpito da una "mano divinamente abile"
da un unico blocco di marmo.
Il drappeggio che copre il soggetto avrà
quindi infatti una qualità sublime, persino "trasparente" perchéè un
velo reale solidificato
(a marmorizzazione avvenuta il velo ha
infatti perso tutte le sue caratteristiche plastiche).
Io ho potuto lavorare con la
marmo-resina e sento di poter certificare che
il principe-scienziato era certamente in
grado di produrre sostanze sintetiche,
non ho dubbi perché vi sono evidenze di
questo in tutta la cappella Sansevero.
Numerosi mastici e stucchi sono
ancora oggi esposti nella Cappella per chi li sa riconoscere.
Ancora visionabile è una porzione del
rivestimento che, sino alla fine dell'ottocento, ricopriva il suolo
della navata.
Il pavimento, figurato con un
motivo a labirinto, presentava un cordone di marmo bianco che si
sviluppava,
continuo e privo di giunture, per
centinaia di metri all'interno di tarsie marmoree policrome.
Raimondi Di Sangro
deve aver formato la striscia bianca con
una sostanza la quale, versata allo stato fuso in apposite canaline,
si è poi solidificata realizzando
il cordone di marmo artificiale.
Queste non sono certo "rivelazioni"
straordinarie perché a mio avviso non vi sono misteri.
Il "mistero" è tenuto in piedi
unicamente per poter spillare soldi ai turisti.
Quello che affermo con grande sicurezza
è stato comunque provato con il tempo
(anche se ancora oggi molte
"notizie", soprattutto cattoliche, cercano in ogni modo di confondere o
negare l'evidenza).
Nell'Archivio Notarile di Napoli è stato
rinvenuto il contratto tra il Principe e Giuseppe Sammartino (1720-1793)
che
documenta molto chiaramente questo
procedimento:
- SECRETVM -
"Il Principe si impegna altresì
di procurare il marmo e realizzare una indone,
una tela tessuta la quale dovrà essere
depositata sovra la scultura, dopo che il Principe
l'haverà lavorata secondo sua propria
creazione;
e cioè una deposizione di strato
minutioso di marmo composito in grana finissima sovrapposta al telo"
Il Sammartino
si impegnava inoltre a ripulire detta 'Sindone' per renderla un tutt'uno
con la statua stessa e
a non svelare a nessuno la
"maniera escogitata dal Principe per la Sindone
ricovrente la statua"
Viene concordato che l'intera opera
sarebbe stata interamente attribuita al Sammartino.
"Calcina viva nuova 10 libbre, acqua
barilli 4, carbone di frassino.
Covri la grata della fornace co'
carboni accesi a fiamma di brace; con ausilio di mantici a basso vento.
Cala il Modello da covrire in una vasca
ammattonata; indi covrilo con velo sottilissimo
di spezial tessuto bagnato con
acqua e Calcina. Modella le forme e gitta lentamente l'acqua e la
Calcina Misturate.
Per l'esecuzione: soffia leve co'
mantici i vapori esalati dalla brace nella vasca sotto il liquido
composito.
Per quattro dì ripeti l'Opera
rinnovando l'acqua e la Calcina.
Con Macchina preparata alla bisogna Leva
il Modello e deponilo sul piano di lavoro,
acciocché il rifinitore Lavori
d'acconcia Arte.
Sarà il velo come di marmo divenuto al
Naturale e il Sembiante del modello Trasparire"
- documento dell'Archivio
Notarile di Napoli, rogato in data 25 novembre 1752 -
Nessun
mistero, nessun "miracolo artistico".
Nel
settembre del 1750, mese nel quale l'Apologetica fu "certificata"
dall'Accademia della Crusca,
due
anni prima della certa datazione del "velato", Raimondi Di
Sangro
possedeva
la scienza per formare il "velo" diafano che ricopre molte celebri
"opere d'arte"
che
il mondo venera e celebra.
"Degno sopra ogni altra cosa da lui
ritrovata è lo scherzo di sua propria mano formato in un
quadro lavorato di lana alla sua maniera
rappresentante una
DIVOTA IMMAGINE DI NOSTRA SIGNORA,
NELLA SUA MAGGIOR PARTE RICOPERTA DA
SOTTILISSIMO VELO,
il quale, quantunque finto sia, e con la
divisata immagine insieme formato,
pure ad ingannare arriva anche i
più ben avvisati riguardanti,
parendo loro da quella distinto e
sovrapposto...
conciossiaché finora non havvi Persona
che professi o no l'arte del dipignere,
che caduta non sia nel divisato
inganno, non potendosi nel vederlo,
trattenersi dall'impeto naturale
di muoversi a sollevarlo"
- Lettera Apologetica
-
Il
quadro indicato sembra essere "andato perduto" ma la "nostra
signora velata"
adorata da
massoni
e Templari
forse
ci guarda ancora (non riconosciuta...) con il suo beffardo
sorriso...
Raimondo era certamente in grado di realizzare
"tessuti speciali".
Nella Lettera Apologetica11,
sull'invenzione di un Pekin partenopeo di color bianco il principe
scrive:
"nel nuovo e gran ritrovamento del
Bianco senza corpo alcuno; di che finora Ritrovator non v'è stato.
Si fa questo color bianco, la cui
bianchezza è tale, che sovrasta ogni altra candidezza,
da due limpidissime acque né
corrosive né acide, le quali col mescolarsi insieme
arrivano in istante a giusta
consistenza di ricotta.
Molti valentissimi Fisici, che han
veduta una tale sperienza, ne sono rimasi altamente sorpresi;
e appunto questo impalpabile color
bianco è quello, che perfetto cotanto ha fatto il suo Pekin Partenopeo"
Le tecniche di petrificazione dei
cadaveri erano utilizzate anche da Segato
e Gorini.
Sotto: cadavere
reale petrificato da Gorini:
Sotto: cadavere pietrificato da Gorini:
Anche la statua del
disinganno e della pudicizia ci
mostrano la stessa tecnica impiegata
questa volta su una rete da pescatore e
sul velo che copre la donna.
Eppure le statue sono attribuite a
scultori diversi...
Pensare si tratti di un caso e che tutti
questi artisti fossero così miracolosamente dotati nel
riprodurre corde iperrealistiche o veli
diafani... è certo difficile.
- IL CRISTO VELATO - IL VELO MISTERICO -
Queste statue sono dei simboli
ermetici che contengono messaggi destinati ai soli
iniziati.
Non è certo il Signore Dio, il Salvatore
ad essere celebrato in questo luogo oscuro.
Poco si dice infatti del dettaglio più
importante di tutto il tempio...
In un piccolo angolo del velo troviamo
infatti un
RICAMO TIPICAMENTE
FEMMINILE
"Una piega del velo lascia intravedere
su di un fianco,
quella che evidentemente è la sua
bordatura, realizzata in finissimi ricami.
Questo velo diafano, così finemente
orlato e tipicamente femminile, bocciolo di rosa"
Questo piccolo particolare ci fa capire
che il "cristo" è in realtà la "Sophia",
il Baphomet degli gnostici.
Il "cristo"
si trova proprio tra la figura maschile e la figura femminile, al
centro.
La
figura centrale rappresenta il "deus
absconditvs".
Le figure umane
sono anche esse "velate" perché, secondo
il credo massonico, (gnosticismo)
"l'uomo
è Dio", il "dio velato".
"Nella generale eclissi delle identità, il nostro primo
dovere è di restare fedeli a quella che abbiamo costruito,
con una variante però, che essa va ritenuta non come il
tutto ma come un frammento del tutto,
di un tutto ancora nascosto nel futuro [...]. Come il
vero Dio, così anche il
VERO UOMO E' ABSCONDITUS"
- "padre" massone Ernesto
Balducci (presente nella LISTA PECORELLI) -
"ritroviamo un evidente e significativa
allusione al calice, al Graal,
alla copertura e alla rosa mistica, che
è il fiore della nostra Grande Opera
più nota come Pietra Filosofale (lapis
philosophorum).
Ora l'astro che annuncia all'alchimista
L'OPERA AVVIATA AL COMPIMENTO, E'
L'ALBASTRUM,
CIOE' LA STELLA BIANCA
CHE, DI FATTO, S'IRRADIERA' ALFINE, NEL
SUO CIELO CHIMICO
QUALE DEGNO CORONAMENTO DEL MAGISTERO
FELICEMENTE ORIENTATO AL SUO ESITO"
- insegnamenti segreti -
Molto interessanti
le parole "CIELO CHIMICO"...
Il compimento della
grande opera satanica sarà
infatti segnalata e celebrata sotto un cielo
chimico.
La blasfemia
satanica è quasi giunta alla sua apoteosi
e la "grande opera"
delle laboriose e zelanti api
massoniche è giunta sostanzialmente al termine,
serve solo l'atto finale, quello che
farà oscillare definitivamente milioni di persone in un'inganno senza
precedenti.
- L'INGANNO DEL "DISINGANNO" -
VINCULA TUA DISRUMPAM
VINCULA TENEBRARUM
ET LONGAE NOCTIS
QUIBUS ES COMPEDITUS
UT NON CUM HOC MUNDO
DAMNERIS
"quando poi siamo
giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non essere
CONDANNATI INSIEME CON
QUESTO MONDO"
- 1 Corinzi 11,
32 -
L'angelo indica
una sfera che si trova ai suoi piedi, in basso...
Ad "illuminare" l'uomo che
cerca di liberarsi dalle reti dei "dogmi" e degli "inganni"
troviamo ovviamente un "genio
alato" e sulla fronte
dell'angelo troviamo la fiamma.
E' il "dio" delle società
iniziatiche, il "grande iniziatore",
il "re del silenzio".
Il presunto "disinganno"
è solo ulteriore inganno per coloro che hanno rifiutato il vero Signore,
Satana è
l'ingannatore e Satana si
mostrerà come il "liberatore",
Satana ha
imprigionato l'uomo e Satana, con
maschera nuova, verrà per offrire una falsa "liberazione"
Sotto: Giuseppe Corcione
- "Il cristo svelato" -
- CAGLIOSTRO -
Nel 1790 di fronte al tribunale romano
dell'Inquisizione il conte
di Cagliostro
affermò che tutte le sue conoscenze
alchemiche gli furono insegnate anni addietro a Napoli da
"un principe molto amante della
chimica"
Chi mai sarà stato?
- IL PRINCIPE MALEDETTO -
La madre di Raimondo
di Sangro morì quando il bambino aveva soltanto un anno,
i primi due fratelli, Paolo e
Francesco, morirono in tenera età e
a soli 16 anni
Raimondo ereditò il titolo di Principe di
San Severo.
Raimondo
di Sangro crebbe e studiò ed imparò moltissimo dai Gesuiti.
Attraverso S.
Bernardo la Casa si legò all'Ordine
Templare.
L'antichissima
stirpe dei conti dei Marsi e di Sangro,
vantava una
discendenza borgognona dallo stesso Carlo Magno,
infatti, lo stemma
dei di Sangro è lo stemma dei discendenti dei duchi di Borgogna,
che fondevano le
stirpi carolingia, longobarda e normanna. Legatissima
al potente Ordine Benedettino.
Del principe la gente racconta
che fosse uno stregone, un alchimista
che faceva rapire poveri disperati i
cui corpi dovevano servire per i suoi turpi esperimenti,
un castrafanciulli senza Dio che nessun
potere, neanche quello del re, riusciva a controllare.
Qualcuno arrivò a dire che aveva ucciso
sette cardinali con le cui ossa e pelle avrebbe fatto altrettante
orribili seggiole.
I documenti e il materiale ritrovato
lascia intendere che tutte queste non siano affatto delle "esagerazioni"
o delle leggende.
Intriso com'era di esoterismo,
non stupisce che quando nel 1750 la massoneria
fece capolino a Napoli
Raimondo
decidesse di farne parte. Il principe divenne
prestissimo Gran Maestro della massoneria
napoletana.
Entrò a far parte della
Confraternita segreta dei Rosa+Croce dove
venne
iniziato agli
antichi riti alchemici, la cosiddetta "arte sacra"
o "arte regia" ,
che fin dai tempi più remoti i
sacerdoti egiziani tramandavano ai propri discepoli.
Il principe
cambiò radicalmente la propria vita dedicando tutto il suo tempo all'alchimia.
Alambicchi, forni e provette riempirono
così lo scantinato del suo palazzo e
di notte non era raro vedere strani
fumi colorati e sentire odori pestilenziali che fuoriuscivano
dalle finestre sbarrate che davano
sulla strada.
Vi sono poi elementi per considerare che
il principe empio stesse lavorando anche su
ogni sorta di intruglio alchemico
con il fine di mesmerizzare, di conservare i corpi, di
procurare stati di catalessi,
fino alla ricerca malata di un elisir
nella folle ricerca insensata dell'immortalità.
La pazzia, l'empietà fatta persona. Tra
le sue opere più terribili troviamo le famose
- MACCHINE ANATOMICHE -
Il principe
dimostrò pienamente di essere capace di orrori senza nome.
Lo scheletro della donna ha il braccio
destro alzato e i globuli oculari interi, quasi ancora lucenti,
in un'espressione di vero terrore.
Sembra quasi che invochi aiuto.
Le ossa sono interamente rivestite da
un fittissimo sistema arterioso e venoso metalizzato.
Il cuore è intero
e nella bocca si possono riconoscere persino i vasi sanguigni della
lingua.
Anche se si cerca ancora oggi di negare
l'evidenza le persone sottoposte a questo mostruoso esperimento erano
certamente
vive quando il principe iniettò
nelle loro vene un liquido solidificante a base metallica-resinosa
La donnaportava in gremno un bambino...
Nel ventre si può notare la placenta
aperta dalla quale fuoriesce l'intestino ombelicale che va
a congiungersi con il feto. Così come
quello della madre,
anche il cranio di questo bambino mai
nato si può aprire per vederne all'interno la complessa rete dei vasi
sanguigni.
Le persone rimasero soliodificate
nell'orrore di una morte atroce.
Vi sono poi elementi che fanno infatti
pensare che fossero state legate e bloccate.
Il principe
deve poi aver aspettato che pelle e carne si decomponessero
completamente
prima di ottenere quelle che lui, con
tanta pomposità, chiamava le
"macchine anatomiche".
Un esame compiuto negli anni Cinquanta
aveva infatti rivelato che:
"l'intero
sistema di vasi sanguigni,
all'analisi, si è rivelato metallizzato, cioè , impregnato e tenuto in
sesto da metalli in esso depositati"
L'orrore generato da queste analisi fece
rapidamente cambiare la "versione ufficiale" ma è
evidente il
Principe non si fosse fermato di fronte a nulla.
Nulla di nuovo o sorprendente.
Esperimenti simili (su cadaveri o ogani)
erano stati compiuti da Girolamo Di Segato,
Giovan Battista
Rini, fisio Marini...
Sotto: PIETRIFICAZIONE
di Girolamo di Segato:
Sotto: PIETRIFICAZIONE di Girolamo
di Segato:
Sotto: pietrificazione di Giovan
Battista Rini (1795-1856):
- LA RADIOATTIVITA' -
La Miccinelli riporta nel suo libro,
una scoperta che il principe descrive in
una lettera sottoposta a
perizia calligrafica e ritenuta
autentica datata 14 novembre 1763 indirizzata al barone H. Theodor
Tschudy
(cadetto del reggimento di Svizzeri al
servizio del Re di Napoli ed esponente della Massoneria), che era suo
amico.
In essa vi sono dei passaggi scritti
attraverso un odice a traslitterazione,
quindi criptati, un codice detto "rosacrociano".
La Miccinelli ne fornisce la chiave di
lettura. Da quello che è riportato,
si evince che il principe
scoprì la radioattività naturale
a metà del '700.
Infatti, con almeno 150 anni d'anticipo
sui coniugi Curie,
scoprì che il 'raggio-attivo' (come lo
chiamava profeticamente) proveniente da un minerale,
la 'pechbenda', che lui indicava con
termine vago ("quelle sostanze cristalline,
luminescenti al buio color di
pece e d'olive che ebbi in dono da S.M. di Prussia ...
che io purgai da silicio, rame e varie
impurità in crogiolo e in vari cammini alchemici ...")
e che si estraeva proprio in Boemia
(dalle cui miniere si estrasse a
metà ottocento il materiale grezzo da
cui i Curie isolarono il Radio),
aveva un effetto MORTALE sui viventi
(aveva provato sulle farfalle)
che si poteva 'schermare' con piombo
(chiamato "Saturno").
- IL FUOCO CHE NON CONSUMA -
- LA "SACRA FIAMMA O LUME ETERNO" -
Dall'officina tipografica del Principe,
diretta da Morelli, stampò uno strano opuscolo.
Era intitolato:
Lettere
del signore Don Ramondo di Sangro, Principe di San Severo, di
Napoli,
sopra alcune scoperte chimiche: indirizzate al signor cavalier
Giovanni Giraldi fiorentino e riportate ancora
nelle Novelle letterarie di Firenze del 1753.
Nella prima di queste lettere il principe narra d'una sua meravigliosa scoperta.
“Nel suo laboratorio chimico aveva dato
fuoco a una certa materia da lui composta dopo quattro
mesi d'indagini e di pruove:
S'ERA
ACCESA QUALLA MATERIA E
ACCESA
DURAVA SENZA MAI PERDERE NULLA DEL SUO VOLUME E DEL SUO PESO.
LUME
ETERNO"
Il presunto
"lume eterno" venne realizzato
con altre mostruosità.
Triturando le
ossa di un teschio il principe ottenne
una mistura,
probabilmente a base di fosfato di
calcio e di fosforo ad alta concentrazione,
che aveva la capacità di bruciare per
ore consumando una quantità trascurabile di materiale.
Una quantità maggiore di materiale
avrebbe potuto offrire un"lume" apparentemente "eterno".
Nulla di più che una vana fiamma,
destinata a spegnersi come ogni altra...
Nulla di "divino". Pura alchimia,
conoscenze. Trucchi da baraccone.
Il "lume
eterno" avrebbe dovuto per sempre rifulgere, secondo l'idea massonica, nella cripta
sotterranea.
- STATUE CHE PIANGONO -
Nel 1753, Raimondo
di Sangro riuscì ad ottenere una sostanza artificiale assai
simile al sangue animale; conosceva anche il
"SEGRETO
PER FAR TRASUDARE LE STATUE IN MANIERA TALE CHE
UN
LIQUIDO SIMILE ALLE LACRIME FUORIESCA DALLO MARMO, DALLA PIETRA"
Forse questo ricorderà qualcosa ai
poveri idolatri che ancora oggi venerano
immagini e statuine.
Il principe
si divertì a lasciare tracce del suo "lavoro" ovunque.
Il fenomeno della "lacrimazione" é
ancora oggi palese proprio in una delle statue angeliche poste di fianco
all'altare,
che addirittura presenta delle
tracce di erosione.
- IL CASTRATO -
Il Principe
amava il bel canto ed era un castrato.
Nei castrati si vedeva infatti quella
ricerca della perfezione che i Rosa-Croce
identificavano nell'
"ANNULLAMENTO DEL DUALISMO DELLA
SEPARAZIONE NEL RITORNO ALL'ANDROGINO PRIMORDIALE"
La follia, la totale follia.
La morte (si dice) lo colse
"per
malore cagionatogli dai suoi meccanici esperimenti"
Probabilmente aveva inalato o ingerito
qualche sostanza tossica durante le sue lunghe notti nel laboratorio.
In realtà nessuno sà cosa sia successo
di lui perchè nel sarcofago che si trova sotto
la lapide della cappella non é mai
stato trovato nessun corpo.
-
IL CRISTO SVELATO -
Il "Cristo
Svelato dello scultore Giuseppe
Corcione è esposto nella Chiesa
del Real Monte Manso di Scala al
terzo piano dello stesso palazzo in cui
è ubicata la cappella Sansevero.
La Chiesa è stata per anni sede del Seminario dei Nobili gestito dai Padri Gesuiti.
"Quando
ho preso lo studio nella chiesa Real Monte Manso di Scala e
ho
scoperto questa perfetta corrispondenza architettonica, ho avuto
un’illuminazione"
- Giuseppe
Corcione -
La cappella venne progettata da Mario
Gioffredo nel 1748, su commissione gesuitica.
In fondo all'aula sono poggiate le
statue dei gesuiti Ignazio Loyola
e Francesco Saverio e la cona
accoglie la pala della "Madonna
con il Bambino".
La "statua di luce" è stata realizzata
in materiale plexiglas a cui sono poi stati sovrapposti strati di
gesso e polvere di marmo per il corpo.